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L’uomo che correva vicino al mare, il commento di Giulia Mascaro

1504954_10203207230528974_7724923817669600413_nL’uomo che correva vicino al mare,  Edizioni Psiconline
Le impressioni di Giulia Mascaro, giovane autrice.

 

Lo stile è superbo, elegante, raffinato, sa fondere espressioni dialettali con termini aulici ed altisonanti.
La trama è semplice, la storia di una famiglia con le sue gioie e i suoi dolori, soprattutto dolori, eppure non è banale. Una storia di tutti i giorni viene resa una storia di quel giorno, di quei soli personaggi, una storia speciale.
Non lo definirei un libro triste, nonostante vi siano varie tematiche che lo sono: la malattia di Giorgio e di Filippo, la storia di Monica, i numerosi lutti. Il finale, poi, è assolutamente drammatico. Ma non è triste: Paola raccoglie l’eredità del padre, corre, ma lei non fugge dai problemi della vita, anzi la accetta e le corre incontro per quella che è.
Si vede che il libro è il frutto di un uomo maturo, che ha esperienza, che ha sofferto, che conosce la vita.
Bellissimo il personaggio di Giorgio, così reale, con le sue paure, la sua solitudine. Mi è piaciuta anche Paola, è una donna molto coraggiosa. Bella la parte della morte di Eva, mi è piaciuta nella sua brevità. L’episodio delle lucciole di Filippo e Giorgio è meraviglioso, è un miracolo di amore, un inno alla vita.
Io non ho corso mentre ho letto il libro, me lo sono gustato lasciando che entrasse dentro di me. Lasciando che i personaggi assumessero consistenza reale sotto i miei occhi.
Complimenti e grazie per questa bella emozione.

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