Il problema di Ivana, la recensione di Anna Cibotti
Vi parlo di “Il problema di Ivana” di Ciro Pinto
Troppo bello!
Dirlo, parlando di questo libro, sarebbe banale e riduttivo. Per me che preferisco le letture dove il mistero ha il ruolo principale, in questo caso ho apprezzato e goduto lo scorrere delle pagine senza nessun desiderio di sapere come potesse finire la storia…anzi le storie.
Si, sono due. Una dentro l’altra, armoniosamente intersecate e appassionanti. L’autore racconta in prima persona di sé mentre Ivana, la sua compagna silenziosa e immaginaria, vive solo sui fogli battuti dai tasti di una macchina per scrivere. Ma è vera. Come è vero il suo problema che lo scrittore vuole aiutare a risolvere immaginando un evento oscuro disegnato su quella stampa che tanto la sconvolge e dalla quale Ivana è attratta come una calamita, quasi a vedere nella sua risoluzione il modo di alleggerire il peso delle decisioni difficili che suo malgrado è costretto a prendere nel suo ambito lavorativo nei confronti di colleghi amici. Questo passaggio è così intenso che se ne percepisce il dolore e la pena in un modo che ti graffia il cuore.
E poi…l’amore. Un amore sospeso nel tempo forse idealizzato in un desiderio crescente perché non ancora appagato colorato dal viola degli occhi di lei. Laura. E’ un raccontare graffiante ed essenziale intensamente ricco di riflessioni profonde che riflettono la sensibilità e lo stile di uno scrittore che sente e ti fa sentire un pezzo di vita. Che torni a pigiare i tasti della sua Remi (così la chiama la sua macchina per scrivere), o quelli di una tastiera del PC, poco importa. L’importante è che lo faccia.
Leggere questo libro è stato uno dei miei viaggi più belli! Consiglio a tutti di partire leggendolo.
Grazie Ciro!