La recensione di Claudio Volpe per Aphorism.it
Sul quarto di copertina de “Il problema di Ivana” si legge: “Il problema di Ivana è un romanzo magistrale, straordinario esordio di un autore dallo stile elegante e inconfondibile. Andrea Torreggiani, giovane dirigente milanese di un’azienda in crisi, è anche scrittore per passione. Approfitta di un breve soggiorno a Cetona, nelle valli senesi, per terminare il suo romanzo. Lì cercherà di dar riscontro a un’immagine che esiste solo nella sua mente e che potrebbe risolvere il problema di Ivana. Lì incontrerà un nuovo amore, vero quanto difficile”.
Ho voluto riportare questa sintesi perché credo esprima in modo perfetto la storia narrata nel romanzo senza svelare troppo o troppo poco e dando il giusto valore ad un romanzo ben costruito e ricco di colpi d scena. Con questa storia l’autore attua un’indagine accurata sui profili antropologici e sociali del vivere moderno, scandagliando le tormentate anime dei personaggi e costruendo figure nelle quali molti lettori potranno rivedersi. Il punto di forza del romanzo di Torregiani sta nella lingua diretta, immediata ma comunque musicale e ricercata che denota un’attenta ricerca di metafore e sinuosità linguistica. Per rendersene conto è sufficiente leggere il passo che segue:
“Abbandonò il suo corpo per un po’, lo lasciò flaccido e informe, che pure era così bello e fiero, sul divano rosso e vagò senza timori nel parco che dal metrò la portava a casa, ogni sera di ogni giorno di lavoro. Scrosciavano applausi di riunioni dominate, di platee domate, occhi famelici e perversi la scrutavano mansueti, le leccavano il corpo, i bellissimi seni le scendevano sin nell’incavo del ventre, le carezzavano le pieghe più intime tra le cosce. Le sue natiche tonde, piccole armoniose, bersaglio di desideri impellenti, sognate ogni notte da uomini veraci, carezzate all’infinito da tutti gli sguardi catturati alle sue spalle. Ivana nel parco, tornando a casa, non pensava più alle sue rivincite, al lavoro che cavalcava come un’amazzone indomita… () Le capitava di nuovo di compiacersi sotto lo scroscio della doccia, lavandosi aveva ripreso a carezzarsi il seno giovane, turgido, perfetto, e a rabbrividire di sottile piacere nel passarsi la schiuma tra le natiche e le cosce, e qualche volta indugiava, fremendo. Ivana era molto bella, lo sapeva, era vogliosa, ma solo quando le andava. Ivana stava guarendo, almeno così le era sembrato fino a ieri. Ma poi tutto era svanito, e ora il suo pensiero vagava di nuovo tra le pieghe dei suoi stati d’animo, rimbalzava da un sintomo all’altro.”
Da tali versi emerge una grande sensualità nelle descrizioni, nel dipingere ogni anfratto del corpo e della mente tanto che la sensualità stessa sembra essere tangibile, abbandonare le pagine e investire in pieno il lettore rendendolo partecipe di una forte sensazione di coinvolgimento. Il ritmo verbale è fitto e serrato, le immagini ben costruite così come la psiche dei personaggi. “Il problema di Ivana” è stato definito come “un thriller romantico dove non esistono morti e sangue ma il mistero e il desiderio di dipanarlo rendendo difficile sospendere la lettura, staccarsi dalle pagine.” L’eleganza narrativa è un elemento costante e denota una grande padronanza della parola e di tutte le sue sfumature, parola che in un buon romanzo deve sapersi fare materia, segno, figura, pietra che batte sulle cose. Una storia, insomma, da leggere e da cui lasciarsi catturare.
recensione di Claudio Volpe