Dall’Antologia Amore d’Autore. Dodici voci per dire “ti Amo”
La raccolta nasce con l’intento di coniugare un sentimento come l’Amore attraverso le suggestioni di più autori.
Devo dire che le poesie sono tutte molto belle, e le poetesse e i poeti hanno vissuto quest’esperienza con grande sensibilità, perché i versi sono pregevoli.
Ma voglio parlarvi delle poesie di Rossella Gallucci, per diverse ragioni.
In primis perché le trovo davvero bellissime.
Poi, ci lega un sodalizio letterario, narrativo e poetico, che ci ha visto mettere alla luce un romanzo: Subway, e due sillogi: Viversi e Di fossato in fossato.
E la cosa più bella è stata veder nascere queste creature in una realtà virtuale come Facebook, scrivendo a distanza e conoscendoci pochissimo: prima di iniziare a scrivere insieme ci eravamo incontrati solo una volta.
Ma veniamo alle poesie.
Le poesie, dieci, di Rossella Gallucci, comprese nell’antologia, sono qualcosa di imponderabile, qualcosa di soffice e allo stesso tempo struggente. L’A. riesce a soffiare con delicatezza sentimenti che altri urlerebbero.
Riesce a sgomentare col semplice incrocio di parole magiche per la suggestione che creano. Ho un pugno di parole/ da dividere/e foglie morte d’ascoltare, da “Le tue corde”, sono versi delicatissimi eppure gridano il dolore della perdita.
Ecco, la poesia di Rossella, è come qualcosa che calata nell’anima vi si adagia e pian piano riesce ovattata, scevra dalle pulsioni del sangue e dai furori ormonali… è qualcosa di etereo che pure ha lo spessore di mille nebbie che ti avvolgono, che ti confondono.
Come ombra di un silenzio/ arrampicato al fiato il verso che chiude “Riflesso di te”, lirica struggente dove l’ineluttabile è già accaduto e mai si staglia nel cielo rosso di un tramonto annunciato un suo grido di rabbia, d’impotenza… solo e semplicemente la dolce accettazione di un dolore troppo forte da narrare.
Una poesia che racchiude tutta la fermezza e la forza che le donne sanno avere; loro, vero bilanciere del mondo, così lontane da noi uomini, sempre pronti a inveire, a dimenarci, a dannarci, anche contro l’ineluttabile, appunto. Così lontana dalla mia “poesia” viscerale, sanguigna, pulsante. Solo incrociando i suoi versi, nelle nostre sillogi, ho saputo adagiare i miei nell’incavo della sua dolcezza.
Una rara sensibilità e una grande capacità di diluire ogni cosa nel filtro magico delle sue suggestioni donano a Rossella il suo talento e a noi le sue poesie.
Ciro Pinto