Già dalle prime pagine del libro, Ciro Pinto e Rossella Gallucci spalancano le porte di un mondo cinico e spietato: quello della vita degli emarginati che dormono e vivono clandestinamente all’interno delle fermate della metropolitana, la Subway di una città qualunque, Metropoli. Le loro giornate sono descritte lente e vuote, animate solo dalla speranza di raccattare qualche spicciolo elemosinato da chi arriva e chi parte.
La scorrevolezza e la limpidezza del racconto, unite alla cruda e dettagliata analisi dei vari personaggi e dell’ambiente in cui vivono, trascinano il lettore alla consapevolezza degli estremi disagi e della tediosità che pervade le loro menti.
Solo il tintinnio degli spiccioli toglie per qualche secondo il velo di tristezza e malinconia che accompagna i loro sguardi.
I dialoghi tra i protagonisti sono duri, spesso sprezzanti, ognuno di loro è sospettoso e geloso del proprio passato. Il loro egoismo è alla base del loro vivere, rimarcando ancor di più una condizione di totale degrado.
Ma non ci troviamo solo davanti a un libro che descrive miseria ed emarginazione.
Con un coup de thèâtre gli autori mettono i loro personaggi e il lettore di fronte a un evento misterioso e sorprendente.
La naturalezza con cui inseriscono una storia noir all’interno di questo romanzo, un inspiegabile omicidio, è semplicemente originale e coinvolge ancor più il lettore.
Questo efferato delitto sarà il grimaldello che permetterà agli autori di aprire le coscienze dei personaggi e mettere a nudo le loro personalità, portarli finalmente a rivelare le loro debolezze e i loro fantasmi passati e presenti, e a unirsi in un sodalizio di amicizia e rispetto reciproco.
Il messaggio trasmesso da questo libro è chiaro e semplice: in un ambiente così degradato, fatto di miserie e incomprensioni, popolato da persone considerate scarti della società, anche chi non ha praticamente nulla può dare tanto.
Pietro Alessio