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20 eventi ad Assago
1 Novembre 2013

 

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AssagoSi va ad Assago, anzi Asàgh, come dicono i milanesi.

Sono in macchina con mia moglie. Milano alle 11 del mattino è quasi deserta, la gente, spinta dalla temperatura inusuale di questi tempi e per queste zone, si è dileguata per il lungo week end che va da questo venerdì, primo novembre, alla domenica.

Ci dirigiamo a sud ovest, sull’A7, pochi chilometri e saremo nella zona dove arrivano i canali dei Navigli, dove c’è il Forum, il più grande palazzetto dello sport della provincia di Milano, ma noi siamo diretti in via dei Caduti, alla Biblioteca Municipale.

Fasci di luce tenui cominciano a tagliare a fette la coltre uggiosa che staziona nell’aria, alle nostre spalle Milano 2 e davanti il piccolo comune alle porte della metropoli. Poco più di otto mila abitanti, Assago ci accoglie con la geometria dei suoi viali, i suoi ampi parcheggi, le case basse e un’atmosfera silente, interrotta solo dal calpestio di pochi passanti sul tappeto di foglie che ricopre l’impiantito della piccola piazza con la fontana, proprio davanti alla Biblioteca.

Giovanni sta mettendo a punto con il suo staff gli ultimi dettagli per l’evento del pomeriggio, ci abbracciamo, è molto preso, ma la sua passione e il suo entusiasmo lo spingono ad attardarsi con noi, a parlare di libri, di autori, e… del colore della carta dei suoi testi: è troppo bianca, non va bene, vedi… prende un altro libro, poi un altro… ecco, sì, è questo il tono di bianco, il tono giusto… e gli brillano gli occhi. Tocca quei libri come fossero creature, parla con i suoi collaboratori come fossero amici, ma sono amici!

Lo lasciamo agli ultimi preparativi, appuntamento a pranzo con tutta la compagnia: Giovanni Fabiano, i componenti dello staff di David and Matthaus che lo hanno seguito in Lombardia, i trentacinque autori che saranno presentati e gli amici che li hanno accompagnati. Una gran tavolata, gioiosa e famelica!

In attesa del pranzo, mia moglie ed io giriamo un po’ tra i viali, incrociamo pochissime persone, parliamo del più e del meno. Intanto i miei pensieri vanno al pomeriggio: sono sicuro che mi aspetterà un nuovo bagno di umanità, mi ritornano in mente le suggestioni di Cartoceto, della magia di quel meeting di fine luglio, dell’alchimia tra arte, cultura e impegno sociale che Giovanni riesce sempre a creare.

I nostri passi si affrettano in direzione del ristorante, tanti tavoli, accostati il più possibile, e tanta voglia di conoscersi, di parlare, di ascoltare. Tutti hanno lasciato a casa pensieri e crucci, ognuno parla di scrittura, di poesia, dell’ultimo lavoro, in fondo tutti cercano di comunicare quello che hanno dentro. L’atmosfera comincia a lievitare… tra un po’, nella sala conferenza, ci caleremo nel mondo fatato della creatività, nella struggente storia di Sara, nella bellissima iniziativa che vuole onorarla e nei trentacinque universi che gli autori illustreranno alla platea.

Io vengo dal mondo della finanza, ho sempre avuto attitudine umanistiche eppure ho vissuto tra numeri, calcoli e strategie di marketing. Ho vissuto fino a poco meno di tre anni fa in un mondo dove ogni fatto, ogni evento, si registra in partita doppia, da una parte il dare e dall’altra l’avere. E poi la crisi, il benessere che lentamente si sgretola in mille rivoli di rimpianti. Persino qui, polmone di tutto il paese, si respira l’aria greve della difficoltà.

Invece sento, attraverso la voce di Giovanni, tutto il suo ardore, la sua passione. I progetti David and Matthaus, che siano nati dalla mente fervida del suo titolare o dall’idea di un autore della sua casa editrice, sono prismatici, emettono luce da ogni faccia del prisma: arte, cultura, creatività, espressione, solidarietà, brillano insieme.

Si parla di fatine, delle Fate di David and Matthaus, del Progetto ArteMuse che vuole dare alle donne in difficoltà un orizzonte nuovo e più ampio.

Si parla di Sara, della sua vita troppo breve: un solo mese. Si presenta l’antologia Qui, dove camminano gli Angeli, creata in sua memoria e programmata a vivere per e con lei ogni anno. Il ricavato, tutto, in beneficenza.

Si parla di Diverso Inverso, l’iniziativa che valorizza la diversità come opportunità, da un’idea di Oliviero Angelo Fuina, autore di pregio e uomo di grande sensibilità.

Si alternano gli autori, ci tuffiamo nelle loro opere, nelle loro attese.

Conosco le difficoltà del mondo economico a menadito e penso di essere ormai abbastanza consapevole dei problemi che affliggono il mondo dell’arte e della cultura in generale e dell’editoria in particolare. So quali sono i cluster nevralgici dell’impresa: le voci di costi, i margini risicati, i livelli di domanda e offerta che caratterizzano questo mondo, la sproporzione tra le attese e i risultati.

L’editoria è un mondo che vive più di altri la crisi, le strozzature contingenti del mercato asfittico, la penuria di supporto pubblico, si sa la cultura è una voce di bilancio cui lo Stato non assegna granché, e la crescente disaffezione alla lettura.

Intanto Giovanni parla del progetto di scrittura per i giovani, per le scuole. Parla d’impegno sociale e di come la creatività, l’arte, possano esserne i principali motori.

David and Matthaus, la storia dei due giovani amici tedeschi, il primo, ebreo, aiutato dall’altro, nascosto durante tutto l’aberrante periodo delle leggi antisemite del Terzo Reich. Giovanni lo spiega con umiltà, con semplicità. Dietro questo logo appare tutto il suo disegno: annodare assieme quelle categorie dell’anima che più rendono libero l’uomo dalle avversità, che sono patrimonio imprescindibile di ognuno di noi.

Forse appaio retorico, ne parlo in macchina con mia moglie, tornando verso Milano, ma lei condivide, non pensa affatto che sia retorica, la mia.

La crisi passerà, fa parte dei flussi ciclici che da sempre angustiano la storia dell’umanità, la gente tornerà a sorridere… e allora tutto sarà più facile!

Ma oggi ognuno può fare qualcosa, per quello che può e quello che sa.

Il tempo comincia a cambiare, il buio è più cupo, pochissime stelle restano a illuminare un cielo invaso dalle nuvole. Siamo arrivati a casa. Raccolgo la mia antologia, le mie cose.

Sì, rientro a casa con la soddisfazione di aver vissuto un giorno speciale. Ora comprendo davvero qual è il Progetto di David and Matthaus.

 

 

Ciro Pinto

 

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