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230711_186911578026797_100001238676939_525826_7686127_nHo letto Subway, di Ciro Pinto e Rossella Gallucci

Anna Cibotti

La recensione sul suo sito e su Amazon

 

 

Dopo Il problema di Ivana, L’uomo che correva vicino al mare, Gli occhiali di Sara, eccomi a parlare dell’ultimo romanzo di Ciro Pinto scritto a quattro mani con Rossella Gallucci.
La qualità dell’autore è indiscussa e ampiamente dimostrata nei lavori precedenti, e l’idea di una collaborazione è stata più che felice.
Grazie anche a una partner capace, nella lettura non c’è traccia di un minimo cambiamento dello stile che contraddistingue la scrittura di Ciro Pinto.
Sembra scritto a due mani e questo è un merito riconoscibile soprattutto per chi conosce l’autore attraverso i suoi precedenti romanzi, poesie e racconti.
Parlando di “SUBWAY” posso senza alcun dubbio definirlo il suo libro più bello.
Nell’atmosfera cupa e sconsolata di quel “subway”, i protagonisti vagano persi nel loro mondo disperato e interiore fatto di ricordi di un vissuto da dimenticare, tra le note della pianola che suona Paolo Maria, la voce di Stella che canta, la disperazione di Beatrice che vaneggia, e il vecchio cieco Omero, che accompagnato dal suo fedele cane Argo, vede tutti e ne conosce anche il passo.
Altri reietti popolano quel mondo sotterraneo che per chi non lo conosce sembra quasi astratto.
Ma poi, la realtà si afferra in tutta la sua crudezza.
Ci si addentra nel lezzo che permea l’aria del subway, tra la folla frettolosa e indifferente, nel caos delle ore di punta, nelle pause quasi silenziose dove si può sentire il tintinnare di qualche sporadica monetina cadere sul piatto prima dello sferragliare del treno in arrivo.
Una scrittura coinvolgente anche per la trama sospensiva e intricata che svelerà i delitti e i misteri che li accompagna.
Denominare la città “La Metropoli” e i quartieri, “Acqua”, New Entry, e La Montagna, evoca una strana realtà, rarefatta e sospesa, che aggiunge fascino alla storia di quegli emarginati che ne vivono ai margini e nel buio del subway.
Un romanzo da cinque stelle.
Non lo consiglio… lo raccomando!
Anna Cibotii

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