Sara e Trinacrime a Vallefiorita, il paese che sogna e perciò non teme il buio.
Il sito del Comune recita così:
Le costruzioni risalgono un colle che si alza dolcemente sempre più e dove esse terminano, là c’è la “montagna” che si erge a barriera, chiudendo l’orizzonte e sopra un cielo limpido, dai silenzi innaturali, vi regna sovrano.
Un colle chiude la parte destra della strada ed è il regno dell’ulivo; la sinistra è invece dominata da un’ampia vallata che sale verso la montagna. A destra, a sinistra e sullo sfondo si può ammirare il dipinto: un manto di verde spruzzato di bianco. Il paese è circondato da alberi da frutta: peri, meli, ciliegi, prugni, albicocchi, peschi, nespoli, fichi, gelsi, da siepi di biancospino e acacie che innalzano al cielo di primavera il profumo dei loro fiori e in estate-autunno il gustoso sapore dei loro frutti.
Il nome di Vallefiorita non poteva essere più appropriato: il paese sorge su uno sprone tra le vallette che solcano le pendici orientali della Serraltà di S. Vito estendendosi in longitudine dalla località denominata “Cavallina” che trovasi al nord, ai piedi della “Trempa Randa” (Grande salita) dove negli anni passati dimoravano ” i mandri” (le greggi) alla “Crucia à hora” (Croce fuori paese, il bivio che forma la strada provinciale collegandosi con la statale 181). A nord-est è delimitato dalla “Cuzza e Carru”, a sudovest dal torrente “herraru” sulla cui sponda sinistra si trovano ancora i resti di quello che fu “u monastiari” (il monastero) eretto, sembra, nel medio Evo da frati predicatori.
Ci siami arrivati, Alessandro ed io, con Lucia e Giulia, dopo un viaggio sulla mia gloriosa Audi 4 SW, che ha sfidato senza timore le insidie della Sa-Rc, e ancora una volta ci ha portato a destinazione.
E che destinazione!
Vallefiorita ti accoglie e ti abbraccia, ti senti un pellegrino che finalmente trova ristoro.
Ogni tanto incroci un cartello, attaccato a un palo della luce, appeso a un angolo di muro, con frasi suggestive, tenere, che d’un tratto ti fanno percepire che questa terra, la Calabria, sa essere dolce e profonda come poche altre.
–Un paese che sogna non teme il buio– è uno di quei cartelli, lo incroci salendo verso la Piazza della Chiesa.
E allora capisci che si sta aprendo un mondo nuovo dinanzi ai tuoi occhi.
Un mondo costruito dall’entusiasmo e dalla passione dei suoi abitanti, dove la Cultura si coniuga con la fatica quortidiana, un mondo fortemente voluto da Gianni Paone, uomo fecondo di idee e di progetti che rispondono sempre e comunque a un solo incipit: conoscere, condividere, diffondere. Sua l’idea di una biblioteca errante, sua l’Associazione Terra di Mezzo, che con raro impegno e grande qualità testimonia quanto di più costruttivo si possa fare per la propria terra: creare e diffondere Cultura.
Abbiamo, Alessandro ed io, raramente trovato in giro per l’Italia, tanta attenzione e tanta sensibilità.
Le persone che abbiamo conosciuto ci hanno onorato della loro amicizia, senza fronzoli e formalismi, testimoniando semplicemente il loro interesse e il loro affetto.
Grazie innanzitutto a Gianni Paone, Presidente dell’Associazione Terra di Mezzo, ideatore della Biblioteca Errante, e alla sua compagna, Patrizia Fulciniti, insegnante appassionata e fervida creatrice di testi per bambini.
Grazie all’Assessore alla Cultura, Pino Mercurio, che ha presenziato e testimoniato il suo impegno per ogni iniziativa che possa arricchire il territorio.
Grazie al Direttore della Biblioteca di Vallefiorita, Giulio Costa, per l’organizzazione e l’ospitalità nei locali affascinanti della biblioteca.
Grazie ai bravissimi relatori dei nostri libri: Lucia Anastasio e Raffaele Mauro, che hanno sottolineato aspetti e donato spunti di riflessione profondi e originali.
Grazie a Patrizia Fulciniti e a Gianni Paone per la lettura di alcuni brani dei nostri testi, regalando suggestioni ed emozioni.
Grazie a Pino Cerullo, che lavora con la stessa sensibilità la ceramica e le anime.
Grazie alle splendide foto di Armando Lentino.
Grazie a tutti i presenti, che ci hanno donato davvero tanta attenzione con i loro interventi.
E infine, ancora grazie a Gianni Paone. Che riesca davvero a creare una rete che unisca la Calabria tutta e si dirami nel nostro Paese e anche oltre, sotto l’egida della Cultura come bene inalienabile e condivisabile da tutti.