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Suspense ed emozioni nel romanzo “Il passero e l’imperatore” di Ciro Pinto

Il mare azzurro di Capri, la presenza incombente di Tiberio, un uccellino simbolico che di tanto in tanto fa la sua comparsa, un intreccio intrigante e avvolgente sono solo alcuni degli ingredienti dell’ultimo romanzo “Il passero e l’imperatore” dello scrittore napoletano Ciro Pinto. Il libro, pubblicato dalla casa editrice “Tra le righe” nel 2017 (226 pagine, 15 euro), è risultato primo classificato a Romanzi Editi al Festival Giallo Garda 2017.

E’ un romanzo bello, interessante che ti prende fin dalle prime pagine e che smetti di leggere solo quando lo finisci. Insomma si legge d’un fiato. Si tratta di un noir sui generis, dal sapore del grande romanzo classico, di quelli che al termine della lettura ti lasciano una scia di desiderio di leggere ancora, assieme alla nostalgia dei protagonisti con cui si sono create identificazioni e proiezioni. Attraverso una scrittura fluida ed elegante ci s’immerge, così, nelle storie di quattro personaggi diversi tra loro per età, luogo di provenienza e storie pregresse, che, come richiamati dal destino e dalla spasmodica ricerca di risposte di diversa natura, giungono nello stesso luogo, Villa Moresca. I quattro si ritrovano legati in un intreccio ben strutturato e avvincente che magnetizza il lettore. La bella isola campana, con i suoi anfratti, i suoi colori, le sue spiagge, le sue storie e leggende misteriose, le sue ridenti stradine e la famosa piazzetta, è lo scenario in cui si muovono i personaggi. Attraverso flash back si dà vita ad un altro protagonista, determinante nella concatenazione degli eventi. Nel susseguirsi dei giorni, dal sabato al venerdì, si snodano situazioni piccanti, romantiche, passionali, violente, con colpi di scena che conferiscono al testo dinamismo, vivacità e lasciano col fiato sospeso. Le ambientazioni sono ricche di descrizioni che allertano i sensi e consentono a chi legge di vedere i luoghi, di avvertire sensazioni tattili, di percepire odori inebrianti e sapori forti o di ascoltare svariati suoni come lo sciabordio del mare, il leggero rimbombo di passi, il fruscio del vento, i versi di animali o il dissolvente rombo del motore di una barca. Non mancano interessanti e arricchenti riflessioni sull’esistenza umana e in particolare una grande finestra si affaccia sulle diverse sfaccettature della Bellezza, da quella fisica a quella della natura, da quella interiore a quella dell’armonia delle forme. Questo valore, “è un dono da condividere, nessuno se ne può appropriare”, diventa in qualche modo il fil rouge delle vicende e dell’ambiente circostante e suscita contrastanti reazioni, ammirazione, istinti malvagi, soggezione, desiderio di possesso, che animano e danno energia alle vicende dei protagonisti.

Daniela Vellani

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